Patrimonio
Patrimonio: L’Età è Solo un Numero
Nascosta tra le dolci colline della campagna toscana, La Certosa di Maggiano è molto più di un semplice Boutique Hotel: Dalle sacre mura di un monastero trecentesco, prende vita un rifugio di charme, custode di storia e simbolo di trasformazione.
Fondata nel 1314 dal Cardinale Riccardo Petroni con lo scopo di offrire un luogo di meditazione e preghiera per i monaci dell'ordine certosino, la Certosa ha riecheggiato per secoli di devozione, preghiera e vita contemplativa.
Il monastero, costruito in armonia con il paesaggio, era circondato da uliveti, erbe medicinali e orti curati dagli stessi monaci. Arte e cultura fiorivano, sostenute dai nobili mecenati senesi.
Affreschi e architettura sacra si fondevano in una celestiale unione di bellezza e spiritualità.
Come ogni grande storia, anche quella della Certosa ha conosciuto momenti difficili:
I cambiamenti secolari attraversarono l’Europa, raggiungendo la Certosa che nel 1782, sotto il Granduca Leopoldo II, i monaci furono esiliati, ma la chiesa rimase, testimone silenziosa dell’antico ordine monastico.
Fu negli anni ’60 che iniziò un nuovo capitolo.
La storia non raccontata della Certosa non risiede solo nel suo passato monastico, ma nella vita familiare vibrante e nella comunità creativa che la animò tra gli anni ’70 e ’90.
Anna Maria Ricordati acquistò l’edificio nel 1969, incantata dal suo potenziale, nonostante fosse in rovina. Aveva profonde connessioni con i circoli intellettuali e artistici di Milano, tra cui amicizie con Zeffirelli e il designer Renzo Mongiardino, che contribuirono al restauro della Certosa con tecniche tradizionali e materiali recuperati.
La casa divenne rapidamente un punto di ritrovo per artisti, intellettuali e amici. Un mix di caos familiare e raffinatezza estetica. La trasformazione fu vissuta con le mani e con il cuore: ogni piastrella, ogni colore fu scelto con cura. Ospiti illustri—attori, designer, politici—la visitarono regolarmente. Monica Vitti, Alberto Sordi, Franco Zeffirelli e il Presidente Pertini camminarono nei suoi corridoi.
L’equilibrio tra i circoli artistici progressisti di Anna Maria e la carriera accademica conservatrice di Adalberto Grossi creò uno spazio unico, dove bellezza, ospitalità e cultura venivano condivise con naturalezza. La Certosa era un palcoscenico vivente, in continua evoluzione, eppure sempre radicato nella visione della madre: una bellezza accessibile, autentica.
Ancora oggi, La Certosa rimane fedele alla sua anima: accoglie gli ospiti in un’atmosfera senza tempo e intima, offrendo ispirazione e tranquillità, per far sentire ogni visitatore davvero a casa.